Il progetto si propone di investigare e portare alla luce, la fitta rete di trame all’origine di “stili” legati ad una cultura architettonica e artistica assonante, pur nel rispetto delle differenze culturali e territoriali relative a ogni singola regione, parte di un complesso scenario sovranazionale, da Parigi a Vienna, epicentri nella definizione di tali “modelli uniformati”, a Milano, Venezia, Trieste, Cracovia, Lubiana, Klagenfurt, Parma e Modena, ma anche a realtà urbane e territoriali asburgiche della Cechia, Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Croazia, e di parte della Romania, Polonia, Ucraina.
Gli orientamenti del progetto si possono riassumere nei seguenti punti: il superamento di un abusato paradigma che contrappone l’epopea napoleonica e il suo epilogo, l’Empire, alla Restaurazione, attraverso cui si tenta di proporre una interpretazione in grado di cogliere, in riferimento a una articolata area geo-storica, l’eredità dei lumi e della stagione napoleonica in ciò che segue il 1815, con la costituzione di nuove realtà istituzionali, culturali, artistiche e architettoniche, sociali e politiche, proponenti mutati scenari urbani, fondamento delle città moderne.
Il progettato e il costruito, se affrontato nell’ottica considerata, può testimoniare – per singole realtà come per identità istituzionali, dall’attività di un architetto a quella formativa di accademie o regolatrice di commissioni di ornato, dagli allestimenti e scenografie teatrali agli ornamenti e ai decori urbani, od altro ancora – attraverso un ventaglio sufficientemente ampio e diversificato di casi, la ricchezza e la complessità dei “modelli” elaborati, consentendone una più stringente analisi e concorrendo altresì a delinearne la portata europea. La messa a fuoco di “modelli uniformati” esplicitati da differenti attori, e l’esame critico della loro genesi, può portare a una più consapevole valutazione critica degli esiti di tale fenomenologia artistico-culturale. In questa prospettiva, la figura dell’architetto ticinese Pietro Nobile può offrire un terreno ideale per la verifica del processo di elaborazione stilistica che è il focus del progetto. La ricerca avrà come esiti la pubblicazione di un volume su tale tema e un volume monografico dedicato all’architetto ticinese.
Partner: Università IUAV, Venezia-Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione; Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia.
Partner del convegno: Scuola dottorale interateneo in Storia delle arti, Venezia; Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, Trieste, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e l’Istituto Storico Austriaco di Roma.
Responsabili del progetto
Letizia Tedeschi, Rossella Fabiani e Guido Zucconi
Durata 2015-
Esiti
Pubblicazione del volume_ R. Fabiani, L. Tedeschi, G. Zucconi, Pietro Nobile e la cultura architettonica asburgica, Mendrisio (in preparazione).
Organizzazione del convegno
_ Stili imperiali. Elaborazione e diffusione di “modelli uniformati” tra Impero francese e austriaco (1804-1848). Pietro Nobile e l’architettura asburgica, a cura di R. Fabiani, L. Tedeschi e G. Zucconi, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 5-7 febbraio 2015.
Relazioni al convegno
_ L. Tedeschi, Stili imperiali, congetture e confutazioni, relazione al convegno internazionale di studi Stili imperiali. Elaborazione e diffusione di “modelli uniformati” tra Impero francese e austriaco (1804-1848), Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 5-7 febbraio 2015.
_ R. Fabiani, Dalle forme ai modelli: Pietro Nobile fra manuale e trattato di architettura, relazione al convegno internazionale di studi Stili imperiali. Elaborazione e diffusione di “modelli uniformati” tra Impero francese e austriaco (1804-1848), Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 5-7 febbraio 2015.
_ G. Zucconi, Modena, prima, durante e dopo l’Età napoleonica, relazione al convegno internazionale di studi Stili imperiali. Elaborazione e diffusione di “modelli uniformati” tra Impero francese e austriaco (1804-1848), Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 5-7 febbraio 2015.