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36. Marco Zanuso architettura e design

[convegno]
Convegno internazionale di studi promosso dall’Archivio del Moderno (USI), Politecnico di Milano, Fondazione/Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano.
Milano, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano e Politecnico di Milano, Scuola del Design, 22-23 febbraio 2018.

Curatori: Luciano Crespi, Politecnico di Milano; Letizia Tedeschi, Archivio del Moderno (USI); Annalisa Viati Navone, Archivio del Moderno (USI).

I
nterventi di: Bruno Reichlin, em. IAUG-Institut d’architecture de l’Université de Genève e Accademia di architettura (USI); Luciano Crespi, Politecnico di Milano; Elena Triunveri, Archivio del Moderno (USI); Eugenio Guglielmi; Letizia Tedeschi, Archivio del Moderno (USI); Manolo De Giorgi, Politecnico di Milano; Federico Bucci, Politecnico di Milano; Annalisa Viati Navone, Archivio del Moderno (USI); Maddalena Scimemi, University of Virginia, School of Architecture; Orietta Lanzarini, Università degli studi di Udine; Marco Borsotti, Politecnico di Milano; Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano, Roberta Grignolo, Accademia di architettura (USI); Franz Graf, Accademia di architettura (USI); Christian Sumi, Accademia di architettura (USI); Giulio Barazzetta, Politecnico di Milano; François Burkhardt, Universität für angewandte Künst, Wien e Hochschule der Bildenden Künste Saarbrücken; Giampiero Bosoni, Politecnico di Milano; Alberto Bassi, Università IUAV, Venezia.

A meno di vent’anni dalla sua scomparsa, il convegno internazionale di studi, che si terrà a Milano nei giorni 22 e 23 febbraio, propone una lettura critica dell’opera e del pensiero di Marco Zanuso, tra i protagonisti dell’architettura e del design italiani del Novecento.
Fin dagli anni della sua formazione Zanuso coniuga un’intensa attività professionale negli ambiti dell’architettura e del design, condotta a stretto contatto con i settori più innovativi dell’industria italiana, con un’attiva partecipazione al dibattito architettonico del dopoguerra come membro del CIAM, del Movimento di Studi dell’Architettura, dell’ADI e dell’INU. Nella sua veste prima di capo-redattore della rivista “Domus” (1946-1948) poi di redattore di “Casabella-Continuità” (1953-1956), partecipa al dibattito architettonico di quegli anni introducendo temi dei quali sarà uno dei più brillanti interpreti nel corso degli anni successivi: dall’urgenza della ricostruzione alle potenzialità della prefabbricazione edilizia, dalla conoscenza dei processi produttivi industriali al rapporto tra architettura e design, dalla sperimentazione sui nuovi materiali alla collaborazione dell’architettura con le arti, dal ruolo dell’architetto nella società industriale alla “progettazione integrata”. Ai moltissimi progetti di design diventati icone del Novecento – dai mobili Arflex e Gavina, agli apparecchi radiotelevisivi Brionvega, alle macchine per cucire Borletti – affianca un’intensa e originale attività di architetto, condotta sempre con intransigenza, in quanto guidata dal suo «peculiare umanesimo». Vittorio Gregotti l’ha definito «uomo dall’impegno notevole». Lo stesso impegno che dedica all’insegnamento all’interno del Politecnico di Milano e che contribuirà in modo determinante alla nascita della Facoltà del Design.
Proporre oggi un riesame critico della sua opera e del suo pensiero, grazie anche alla possibilità offerta agli studiosi di accedere all’imponente materiale documentario messo a disposizione dall’Archivio del Moderno, significa riconoscere l’attualità di alcune sue intuizioni e sperimentazioni, sul piano sia del metodo sia dei risultati ottenuti.
Al centro delle due giornate di studi sarà l’indagine sulla sua metodologia progettuale, connotata dal duplice interesse per le «tecniche costruttive» e le «tecniche di progettazione», dalla ibridazione tra le «tecniche di progettazione» dell’architettura e quelle dell’industrial design, che lo rende partecipe del clima culturale più aggiornato del secondo dopoguerra, e dall’approccio sistemico di derivazione scientifica.
Il convegno è stato affiancato da due eventi collaterali volti a presentare al pubblico una parte della produzione del protagonista.




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