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23. Giulio Minoletti. La figura e l’opera

[convegno]
Convegno Internazionale di Studi promosso dall’Archivio del Moderno, Mendrisio, dal Dottorato in Composizione architettonica, Dipartimento di Progettazione dell’Architettura, Scuola di Architettura Civile del Politecnico di Milano e dall’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano.
Milano, Politecnico e Ordine degli Architetti P.P.C., 12 dicembre 2012.

Curatori: Maria Cristina Loi, Politecnico di Milano; Letizia Tedeschi, Archivio del Moderno, Mendrisio; Christian Sumi, Accademia di architettura, Mendrisio; Daniele Vitale, Politecnico di Milano.

Interventi di: Matilde Baffa, Politecnico di Milano; Alberto Bassi, Università IUAV, Venezia; Enrico Bordogna, Politecnico di Milano; Maurizio Boriani, Politecnico di Milano; Jacopo Gardella, Milano; Maria Cristina Loi, Politecnico di Milano; Pier Francesco Sacerdoti, Politecnico di Milano; Christian Sumi, Accademia di architettura, Mendrisio; Letizia Tedeschi, Archivio del Moderno, Mendrisio; Silvano Tintori, Politecnico di Milano; Elena Triunveri, Archivio del Moderno, Mendrisio; Graziella Tonon, Politecnico di Milano; Annalisa Viati Navone, Archivio del Moderno, Mendrisio; Daniele Vitale, Politecnico di Milano.


Giulio Minoletti nasce a Milano nel 1910 e si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1931. Intraprende la professione di architetto, designer e urbanista, ma dal 1933 al 1949 si dedica anche all’insegnamento come assistente al Politecnico. La sua opera di architetto è radicata nel razionalismo. Partecipa a concorsi, a progetti collettivi e a mostre importanti: ad esempio al concorso per la stazione di Firenze, e a quello per i palazzi delle Poste a Roma con F. Beltrami, entrambi del 1933; alle Triennali del 1933 e del 1936, dedicate al problema dell’abitazione moderna; al progetto di gruppo degli architetti razionalisti per “Milano verde” nel 1938 (con F. Albini, I. Gardella, G. Palanti, G. Predaval, G. Romano); al concorso per il Palazzo dell’acqua e della luce all’E42 a Roma (con F. Albini, I. Gardella, G. Pagano, G. Palanti, G. Romano, L. Fontana). Nel 1934 vince il concorso per il Piano regolatore di Busto Arsizio (con M. Castiglioni, S. Gambini, P. Mezzanotte) e prende il secondo premio al concorso per il Piano regolatore di Gallarate (con S. Gambini, R. Gnocchi, P. Mezzanotte). Numerosi sono gli allestimenti che Minoletti realizza alla Fiera di Milano per aziende come Montecatini e Breda tra gli anni trenta e cinquanta. Trascorre gli ultimi anni della guerra in esilio in Svizzera. Nel secondo dopoguerra partecipa con impegno alla ricostruzione della città e al dibattito che l’accompagna, prendendo parte al Movimento di studi per l’architettura (MSA), del quale è presidente dal 1953 al 1955, e ai lavori della Commissione edilizia e della Commissione urbanistica del Comune di Milano. È inoltre membro dal 1930 dell’Istituto nazionale di urbanistica (INU). Lavora spesso in collaborazione con Cesare Chiodi, con il quale si associa nel dopoguerra, e realizza numerose importanti opere, come la piscina per Ettore Tagliabue a Monza (1951), e a Milano la casa del Cedro in via Fatebenefratelli (1953-1958), la mensa Pirelli alla Bicocca (1957), la casa a ville sovrapposte ai Giardini d’Arcadia (1959), il Palazzo di Fuoco in piazza Loreto (1964). Con E. Gentili Tedeschi e M. Tevarotto costruisce la stazione di Porta Garibaldi (1963). Tiene in grande considerazione i problemi dell’industrializzazione edilizia e della prefabbricazione, anche applicata ad ambienti dell’alloggio: il blocco-bagno della Better Living (1949) e la Capanna Minolina della Holiday (1962) sono forse i suoi lavori più riusciti. Lavora all’allestimento dei saloni e delle cabine di alcuni transatlantici, tra i quali l’Andrea Doria (1952) e la Cristoforo Colombo (1954); progetta gli interni del quadrimotore BZ 308 (1948) e dell’elettrotreno Settebello (1953). Muore a Milano il 14 gennaio 1981.


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